Vita di Pi di Yann Martel

04.02.2015 10:58

 

Piscine Molitor Patel

All’inizio non volevo leggere questo libro, non so bene il perché, ma non mi sentivo attirata, ma il mio sesto senso si sbagliava, infatti mi dispiace di non aver iniziato prima questa lettura.
Questo scrittore canadese mi ha letteralmente incantato dalla prima all’ultima pagina.
Lo stile è semplice e molto incalzante, il lettore rimane estasiato dalle descrizioni e dalla bellezza della storia e non può fare a meno di terminare questo fantastico libro, anche se talvolta è molto spiazzante e violento.
Il libro è diviso in tre parti e queste sono altrettanto divise in capitoli.
L’ultima parte è quella più tragica e cruda, Pi in queste ultime pagine ci farà capire che cosa realmente ha passato e cosa gli è capitato in tutti quei giorni da naufrago.

Passiamo alla trama del libro.

Piscine Molitor Patel era un ragazzino di Pondicherry, una parte dell’India francese. Per gli amici questo ragazzo si chiamava Pi, come la sedicesima lettera dell’alfabeto greco anche se in molti lo denigravano con nomignoli poco gentili.
Pi fin da piccolo aveva problemi con la religione. Lui non riusciva a credere ad una sola Fede.
Un triste giorno la sua famiglia dovette vendere il loro magnifico zoo per andare a vivere in Canada.
Un paese che Piscine ignorava completamente e quasi non riusciva ad immaginare che esistesse.
La partenza fu a bordo di una nave, ma il viaggio non andò a buon fine e Pi si ritrovò a naufragare a bordo di una scialuppa con una feroce tigre del Bengala ed altri animali.
Il lettore farà insieme al protagonista un viaggio emozionante, appassionante e straordinario.
La storia è sempre sospesa tra realtà, magia ed avventura, ma non per questo perde di valore o diventa pesante, infatti lo scrittore riuscirà a tenerci con il fiato sospeso fino alla fine quando ci condurrà ad un terribile ed inimmaginabile colpo di scena.

Un libro che mi sento di consigliare a tutti!

Buona lettura!

“Bisogna prendere la vita come viene e trarne il meglio che si può.”

 

Nadiezda