Settanta acrilico trenta lana di Viola Di Grado

04.02.2015 17:10

 

Acrilico fiorito

Come posso definire un libro così?
Sicuramente particolare, bellissimo, ma molto particolare.

Personaggi con caratteri e modi di fare differenti che incrociano le loro vite come una coperta patchwork fatta di tanti tessuti diversi.

Camelia traduce le istruzioni dei manuali delle lavatrici mentre sua madre è ossessionata dai buchi e non parla più dopo aver subito un grosso trauma.
Camelia distrugge i fiori, rovina i vestiti, li ripesca dai cassonetti e li taglia, li smembra e riassembla a suo piacimento senza uno schema preciso.
Camelia e sua madre hanno subito uno shock troppo grande, si sentono escluse dal mondo in cui vivono ed ognuna di loro compie atti di masochismo verso se stessa.
La madre, infatti, non è più impeccabile, è diventata una “larva”, non mangia, non si lava e non si cura più di nulla.
Camelia ha poco più di vent’anni e la sua vita si è fermata insieme a quella della mamma tre anni prima.
Camelia non ha terminato i suoi studi, ma un giorno incontrerà Wen.
Questo ragazzo le darà lezioni di cinese.
Camelia si innamorerà di lui, ma lui la respingerà perché è un ragazzo pieno di segreti e con un fratello un po’ strano.

È un libro ricco di istinto di sopravvivenza.
Una sopravvivenza che fa risvegliare tutti dal mondo della depressione.

È un romanzo originale e maturo anche se l’autrice è molto giovane.
Un libro molto bello, ma straziante al tempo stesso.
Un romanzo su una vita persa, ritrovata e ripersa nuovamente. Una vita come quella della fenice che muore e che risorge dalle sue ceneri.

Che aggiungere? Ve lo consiglio!

 

Nadiezda