Se questo è un uomo di Primo Levi

04.02.2015 16:26

 

Se questa è una vita

CONTIENE SPOILER!

Lo so che mi sono dilungata moltissimo con questa recensione, ma non potevo fare diversamente.
Non potevo in poche righe spiegare tutto quello che questo libro racconta, non ci sono riuscita.

Questo libro è considerato un romanzo di testimonianza ed è stato scritto da Primo Levi nel biennio 1945- 1947.
L’autore non scrisse questo libro per smuovere accuse verso qualcuno, ma per il bisogno di far sapere alla gente cosa accadeva e cosa hanno realmente passato milioni di ebrei e non solo in questi luoghi intrisi di morte.
Attraverso questo libro l’autore ci racconta la sua angosciante esperienza: una lotta quotidiana per la vita.
Una vita vissuta nei campi di concentramento sotto gli sforzi, le malattie, le intemperie, senza cibo o acqua a sufficienza e sotto le molte angherie inflitte dalle guardie della SS.
Levi è sopravissuto alla deportazione nel campo di Monowitz, un lager minore che faceva sempre parte del complesso di Auschwitz.
Nella prefazione lo scrittore spiega al lettore che è stato un bene per lui essere stato internato solamente nell’anno 1944, quando le condizioni dei prigionieri erano già migliorate di molto rispetto agli anni precedenti.
La maggior parte degli eventi è stata descritta in ordine cronologico, tranne per qualche eccezione.
Dopo la prefazione ci troviamo ad affrontare il primo capitolo contrassegnato con il titolo “Il viaggio” attraverso questo ci viene spiegata la situazione delle persone che sono state deportate nel campo di transito di Fossoli in provincia di Modena.
Ci spiega con precisione le tappe che fa questo treno carico di gente che viene trattata come le bestie, se non peggio e come devono stare, cioè in condizioni a dir poco vergognose.
Ci narra anche che molti dei “compagni” di questo sventurato viaggio moriranno nel tragitto a causa delle condizioni in cui sono costretti a sopravvivere.
Nei successivi capitoli intitolati “Sul fondo” e “Iniziazione” cominciamo a scorgere le prime scene del campo di concentramento.
Tutti i prigionieri verranno spogliati dei loro averi e verrà consegnato loro la “divisa” a righe, verranno rapati a zero e non verranno più chiamati con il loro nome di battesimo, ma attraverso un numero seriale che gli verrà impresso a fuoco sull’avambraccio.
Subito dopo il lettore scoprirà e capirà tutte le leggi di sopravvivenza del campo e incontrerà le varie ostilità e difficoltà di comprensione che c’erano tra le guardie ed i deportati.
Nel quarto capitolo “Ka-Be”, l’infermeria, verremo a conoscenza che Levi è stato assegnato a questo blocco, nel quale capirà che molti dei suoi compagni hanno già perso la vita.
Tutto ciò lo farà abbattere ancora di più e gli darà la certezza che molto probabilmente anche la sua fine non è molto lontana.
Nei capitoli successivi, l’autore illustrerà i suoi stati di dormiveglia, la poca predisposizione ai lavori pesanti e le poche volte in cui riuscirà a mangiare fino quasi a saziarsi anche se il cibo non era dei migliori.
Nell’ottavo capitolo si apprende la nascita del mercato nero che si era sviluppato all’interno di questi luoghi. Il valore di scambio era soggetto a molti sbalzi in base alla disponibilità ed all’utilità del prodotto richiesto.
Nel nono, Levi farà comprendere che solamente chi riusciva a conquistarsi un posto di prestigio all’interno del campo aveva qualche possibilità di sopravvivenza in più rispetto agli altri.
Nel successivo si sottoporrà ad un esame di chimica che lo salverà da morte certa perché in questo modo si era conquistato un posto di prestigio ed utilità all’interno del campo.
Ne “I fatti dell’estate” ci fa conoscere il tracollo militare che subirono i tedeschi, mentre nei successivi capitoli ci viene illustrata la sua continua “ricerca”della sopravvivenza e le sue prime impressioni come chimico.
Per terminare, la “Storia di dieci giorni” descritta sotto forma di diario costituisce l’epilogo di tutta questa vicenda.
L’arrivo dell’Armata Rossa è già alle porte, i tedeschi evacuarono il campo facendo partire a piedi tutti i prigionieri sani.
Levi, nel frattempo, in questo periodo si era ammalato per cui il suo trasferimento non avvenne. Tutti i prigionieri trasferiti andarono incontro alla morte perché oramai i loro corpi erano troppo provati per uno sforzo di questo livello.
Verso la fine di questo racconto il protagonista ed altri prigionieri si daranno da fare per tenere in vita i compagni ammalati che non potevano provvedere da sé.
Lo stile dell’autore permette al lettore di immedesimarsi nei fatti, di scoprire e rivivere tutte le disgrazie che si abbatterono su milioni e milioni di individui.
L’autore descrive i fatti con molta precisione e scioltezza questo fa sì che la lettura sia veloce e leggera anche se i temi trattati non lo sono.

Questo libro è nato per far riflettere il lettore e per far si che non accada di nuovo un altro genocidio simile.
L’autore in tutto il libro non esternerà mai nessuna espressione di cattiveria sui suoi aguzzini o su quello che ha passato nei mesi interminabili che ha trascorso all’interno del campo.

Dovendo scegliere la citazione che mi ha colpito di più, mi sento di riportare questa frase “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.” proprio perché anche se i fatti descritti nel libro sono molto forti e talvolta il libro stesso è difficile da digerire bisogna che tutti lo leggano per poter comprendere tutto quello che i deportati han dovuto subire e per far sì che tutto ciò non accada un’altra volta.

Vi auguro buona lettura e mi scuso ancora per essermi dilungata così tanto!

 

Nadiezda