Le parole segrete di Joanne Harris

04.02.2015 18:04

 

Ruina della Strega

Era da un po’ di tempo che non mi cimentavo nella lettura di uno dei romanzi della Harris e quando mi sono trovata davanti alla copertina di questo ho deciso di prenderlo senza sapere bene di cosa si trattava.

È un romanzo fantasy intriso di magia; l’autrice ha deciso di spiegarci anche il significato delle rune che richiamerà nel suo testo disegnandocele e chiarendoci il loro utilizzo.
Troviamo anche molti Dei presi dai miti nordici, uno di questi è Odino ed inoltre disseminati qua e là tra le pagine “vediamo” vari goblin (spiritelli).

Si tratta di un mattoncino di quasi seicento pagine e devo anche ammettere che non mi è piaciuto come i precedenti che ho letto.
Troppi personaggi, non riuscivo a seguire bene la trama anche se la storia tutto sommato è piacevole.
Anche se il libro non è brevissimo sono riuscita a terminarlo in poco tempo però alcune volte dovevo rileggere delle parti precendenti perché non mi erano molto chiare.
Il finale non è del tutto inaspettato, ma ho molto apprezzato il colpo di scena che ha voluto inserire la scrittrice.

Passiamo alla trama.

Sono passati cinquecento anni dalla “fine del mondo”, siamo nella Terra di mezzo esattamente a Malbry.
Qui abita Maddy, una ragazzina intelligente, curiosa, scaltra e che crede di essere sgradevole agli occhi di tutti perché è nata con uno strano simbolo nel palmo della mano, una runa, un segno maledetto.
Un giorno conosce un misterioso straniero chiamato il Guercio, il quale diventerà il suo migliore amico e le insegnerà l’affascinante linguaggio delle rune.
Più i giorni passano però, più una terribile catastrofe minaccia di distruggere quel mondo perduto.
Proprio Maddy, la protagonista principale, dovrà mettere tutte le sue forze per evitare il peggio.

La parte che mi è più piaciuta di questo libro è stata l’entrata nella Collina del Cavallo Rosso. Credevo di essere lì insieme ai protagonisti e di vivere le loro stesse esperienze. Sentire il calore, brancolare nel buio, cercare qualcosa di impreciso e temere il peggio.

È stata molto carina l’idea dell’autrice di mescolare tradizioni e miti celtici con un racconto nato dalla sua penna, ma purtroppo non mi ha colpito come i precedenti romanzi.

Peccato, vorrà dire che prossimamente mi informerò di più sui suoi libri.

 

Nadiezda