Il dentista di Auschwitz di Benjamin Jacobs

04.02.2015 18:18

 

Una storia da Auschwitz

Si tratta della storia autobiografica di Berek Jacubowicz che con gli anni cambiò il suo nome in Benjamin Jacobs per non avere problemi in America dove emigrò dopo la liberazione.
Era uno studente di odontoiatria che viveva in un villaggio in Polonia e nel 1941 venne deportato insieme alla famiglia e dovette trascorrere i successivi cinque anni in diversi campi di sterminio nazisti.
Durante la permanenza ad Auschwitz incontrò anche lo spietato Mengele e dovette assistere alla morte dell’amato padre e conoscere la brutta fine che fecero la madre e la sorella.
La fortuna di Berek furono proprio i suoi studi, anche se non aveva molta esperienza nel campo dentistico quel lavoro gli salvò la pelle in svariate occasioni.
Le sue pratiche odontoiatriche non erano delle migliori, ma nessuno ci faceva molto caso.
La sua esperienza la fece curando i pazienti con i pochi strumenti e medicinali che aveva a disposizione.
Successivamente fu obbligato ad estrarre i denti d’oro dagli altri detenuti che erano morti per la gassazione tramite lo Zyklon B.
La vista di quei corpi intrecciati, incastrati uno all’altro, con le mascelle bloccate; scatenarono in lui una grandissima disperazione e vergogna verso se stesso.
Quel lavoro però lo faceva vivere ed in questo modo poteva aiutare altri suoi compagni di sventura.
La sua posizione era anche privilegiata perché aveva la possibilità di entrare ed uscire dal campo e proprio in una di queste occasioni conobbe l’amore.
Un amore forte che era disposto a tutto pur di salvare anche la sua famiglia ed ogni giorno questa giovane ragazza polacca gli portava un pasto in più che manteneva buoni diversi stomaci oltre a quello dell’amato.

L’autore utilizza le parole più forti per far vivere al lettore i momenti peggiori della sua vita.
Fa rivivere attraverso i suoi occhi l’Olocausto.
Ci mette di fronte ad una realtà che è stata taciuta per molti anni e che ora viene discussa ancora molto.
Ci fa inorridire di fronte alle parole di difesa di una SS: “Ero solo un soldato semplice, facevo il mio dovere”, ma proprio per mano di quelle guardie morirono milioni di ebrei e non solo.

Per non dimenticare mai, vi consiglio di leggerlo.

Buona lettura!

 

Nadiezda