Due di due di Andrea De Carlo

04.02.2015 19:46

 

Davvero bello

Il romanzo è forse la miglior opera di De Carlo: i temi trattati sono profondamente interessanti e decisamente vicini ai lettori ed in particolare la prima parte riesce a dipingere realisticamente una tipica situazione adolescenziale.
Inoltre, a differenza che in altri romanzi, in Due di Due l'autore riesce a costruire una storia appassionante e convincente, i personaggi, pur subendo un’ evoluzione nel corso degli anni, non perdono la loro identità e non subiscono radicali metamorfosi che lascino dubbioso il lettore.

L'amicizia tra Mario e Guido è sempre costante in tutta l'opera: nata sui banchi del Berchet, quando Mario era un adolescente bisognoso di modelli di riferimento, continua anche dopo l'abbandono degli studi e le diverse scelte di vita.
Nei primi anni della loro amicizia, quelli dell'adolescenza, la figura guida è senza dubbio Guido [ed il nome non è scelto a caso dall'autore!]: egli è sicuro di sé, ha successo con le ragazze ed è apparentemente indipendente e capace di badare a se stesso e queste sue caratteristiche spiccano particolarmente se confrontate alla timidezza ed alla sostanziale insicurezza di fondo di Mario, che si sente legato alle aspettative dei suoi genitori e che non riesce mai a seguire la via di totale allontanamento dal mondo reale che invece contraddistingue sempre l'amico.
Se infatti entrambi pensano che la scuola sia un'inutile perdita di tempo, solo Guido ha il coraggio di lasciarla e di tentare la fortuna in giro per il mondo, mentre Mario come un qualsiasi "bravo ragazzo", finisce il Liceo e si iscrive all'università.
Quello che traspare dal complicato rapporto di amicizia tra i due ragazzi è una profonda insicurezza da parte di Mario che segue Guido con un trasporto affettivo notevole, ma al contempo la necessità di Guido di avere una conferma ed un appoggio in ogni sua scelta.
Le cose cambiano solo quando entrambi i protagonisti sono ormai adulti: in quel momento è Mario che diventa capace di seguire fino in fondo i propri sogni, andando a vivere in una sperduta località dell'Umbria e dedicandosi alla coltivazione di prodotti naturali, mentre l'amico vaga per il mondo in compagnia di ragazze sempre diverse.
Il raggiungimento di una stabilità emotiva, con una donna che gli darà poi anche due figli, segna definitivamente la maturità di Mario che diventa per Guido l'esempio di una coerenza ed una forza a lui indubbiamente estranee. Guido infatti mantiene le caratteristiche evidenziate nel periodo dell'adolescenza, non riuscendo a trovare uno stimolo o un interesse tale da fargli dare una svolta definitiva alla sua vita sconclusionata; solo nella scrittura sembra apparentemente trovare un interesse reale che si rivela una nuova fonte di sofferenza nel momento in cui pubblica il suo primo romanzo: il successo è grande, il pubblico si affeziona alla sua figura di autore maledetto, ma egli non è contento.
Guido infatti non riesce ad accettare una sottomissione al mercato della letteratura e dopo aver ricevuto un anticipo su una nuova pubblicazione, cerca di scrivere un romanzo che possa esprimere senza schemi prefissati i suoi pensieri, i suoi ideali.
Il risultato è una terribile stroncatura da parte della critica e del pubblico che lo aveva apprezzato per l'opera precedente.
Anche la sua vita sentimentale, che hai tempi del liceo era sembrata molto più brillante di quella di Mario, si rivela complicata e sofferta: Guido ha un figlio da una donna che amava, ma il loro rapporto è destinato al logoramento a causa del carattere e dell'impulsività di Guido.
La morte in un tragico incidente stradale segna definitivamente la vita di un uomo alla perenne ricerca di una stabilità caratteriale a lui impossibile.

 

Nadiezda